25 ottobre 2011

La torta di Shakespeare

Questa è una ricetta che faccio spesso e ho già pubblicato ma è anche il titolo di uno dei testi nella nostra antologia "Maternità possibili" che presentiamo domani 26 ott. 2011 a Milano.
E' una raccolta di testi di donne di tutte le età, professioni e nazionalità, mamme e non-mamme che raccontano le loro esperienze.
Ecco anche il mio testo:


La torta di Shakespeare


Prima si chiamava “Torta semplice con le fragole” ed era una delle tante ricette di dolci da credenza che avevo provato per curiosità. Questa, però, ci è piaciuta da subito perché era davvero semplice da fare, rimaneva soffice per diversi giorni ed era molto fresca grazie a quella manciata di fragole cosparse all'ultimo momento che affondavano nel suo cuore durante la cottura.

Era la prima torta che minacciava di detronizzare, dopo un decennio di indiscusso primato, l’immancabile “Ciambella alla Piacentina” di Dario, per lo meno in estate. La preparavo da anni e Dario la preferiva perché era rustica, fatta in casa e diversa dalle ciambelle industriali che, a parte il nome, avevano tutte la stessa consistenza amorfa e il sapore anonimo. La “Piacentina” andava bene per la colazione, per la merenda e per il tè del pomeriggio. Io non la mangiavo quasi mai perché finiva sempre troppo in fretta e dovevo farla un giorno sì e un giorno no, tanto è vero che da tempo ormai si chiamava “La torta di Dario”.
“Quella con le fragole però non mi dispiace”, ha iniziato a dirmi presto Dario e io ho cominciato a prepararla con la frutta più diversa a seconda della stagione. L’ho portata in una bella confezione campagnola anche all’invito al Lago.
“L’ha fatta davvero Lei? Come Le è venuta bene, Signora!”
“Grazie, mi fa molto piacere!”
“Glielo volevo dire anch’io: che bel contrasto tra il rosso delle ciliegie e il giallo dell’impasto! Ma è fatta solo con i tuorli?”
“No, no, con le uova intere, ma bisogna aggiungere anche un po’ di farina gialla”
Che soffice poi, una meraviglia!”
“Grazie, grazie! Detto da Lei è un bellissimo complimento!”, ero proprio contenta! Una giornata meravigliosa, il lago rispecchiava a riva il verde delle alture e al centro l’azzurro del cielo. La signora Voganò che mi faceva i complimenti poi…
“Mi scusi un attimo, devo rispondere al telefono. È mio fratello, mi chiama così poco che…”
“Prego, prego! Arrivederci!”

“Ascolta, devi tornare a casa subito…”
“La mamma?! No, aspetta, non può essere…”
E invece poteva, con il lago che ora luccicava argenteo sotto i raggi pomeridiani, i deltaplani nel cielo alto e limpido, talmente bello da ispirare di nuovo il “quando è bello” degli scrittori. In questa splendida giornata di giugno, la mia mamma non c’era più. Ma perchéééééé?

Ho guidato con gli occhi sbarrati e vuoti. Dovevo guidare, così potevo scacciare il pensiero. Ma non è possibile. Il pensiero lacerante è sempre lì, dietro gli occhi spalancati e asciutti per la tensione e le lacrime trattenute. La prima cosa che mi è balenata per la mente è che siamo tutti Shakespeare. Lui non era un genio che inventava drammi e commedie, raccontava soltanto ciò che accade nella vita di tutti: le tragedie, gli amori, i tradimenti, la morte, il mondo che cambia per sempre dopo una notizia, e non fa niente se questa arriva con il piccione postale o con una telefonata.

No, mamma, non ci penso più. Me lo sono imposta per non soffrire, per non impazzire. Quante volte ho sbuffato quando ripetevi: “Per me mio padre è come se non fosse morto. È per questo che non vado mai al cimitero”. Mamma! Ti rendi conto?! Ho fatto come te, sai, era l’unico modo per reggere la pressione. Ho detto di non aspettarmi per il funerale. Al tramonto, sulla discesa verso il mare, ancora fresco, non vacanziero, proprio come piace a te prima dell’arrivo dei villeggianti, non credevo che su quel necrologio ci fosse il tuo nome…

***
 Dopo un po’ di tempo ho rifatto la torta: con ciliegie e albicocche. Non volevo che rimanesse legata al ricordo di quel giorno al lago. Oggi mi si è bruciata, per amore. L’ho messa in forno e me la sono dimenticata, avevo altro per la testa. Ho preso il quaderno delle ricette e le ho cambiato il nome: ora si chiama “La torta di Shakespeare”.

***
Presentazione del libro "Maternità possibili":
mercoledì, 26 ott. 2011, Milano
Libreria Trovalibri, V.le Monte Nero 73
ore 18.30


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